Marco Tronchetti Provera

In un quadro economico devastato dagli eventi negativi come quello italiano sembra esserci ben poco spazio per le notizie positive in ambito finanziario. Lo scenario è ancora abbastanza drammatico anche se sembrano aprirsi spiragli che fanno ben sperare per una prossima ripresa. A soffrire di più sono le piccole e medie imprese che sono praticamente state strozzate dal credit crunch nel 2012.

Questo ha portato via alle aziende italiane ben 32, 6 miliardi di euro. Appare evidente come le imprese non abbiano risorse a sufficienza per rimanere a galla nel periodo di crisi globale. Mancano i prestiti e mancano, soprattutto, i pagamenti per i servizi offerti alla Pubblica Amministrazione. Il trend cambia quando si parla di grosse aziende quotate in borsa. Spiccano nel panorama europeo quelle attive nel settore delle energie rinnovabili, ben 12, tra cui l’Alerion Clean Power vanta un capitale di 248 milioni di euro.

Tra le grandi di Piazza Affari Camfin e Pirelli fanno parlare e non solo di Forex trading. A dispetto della situazione generale dell’economia del Pese, i vertici di queste holding sono perfino riusciti a suscitare scalpore misto a gossip grazie alle vicende economico-teatrali legate all’Opa Camfin e al riassetto della catena di controllo del gruppo di pneumatici. Quando ormai l’Opa sta per concludersi, 13 settembre 2013, la Consob continua le indagini sul prezzo dei titoli acquistati da Lauro 61 e ceduti

Tronchetti Provera ad una conferenza

dalla famiglia Malacalza.

I sospetti dell’ente preposto alle indagini si riferiscono in particolare al prezzo, secondo le illazioni, ribassato rispetto a

quanto sarebbe potuto essere stato proposto dalle parti in causa, soprattutto alla luce del fatto che Malacalza ha contestualmente acquistato azioni Pirelli dai soci in odore d’uscita, Fondiaria Sai e Allianz, pagati con i cash ricevuti da Tronchetti Provera per l’uscita da Camfin. Questo piccolo siparietto ha riacceso l’interesse in borsa per i titoli Malacalza che sono letteralmente schizzati, a dimostrazione del fatto che le società italiane non sono solo da quotare ma anche da guardare.